La scienza rivela come certi ricordi durano tutta la vita

I ricordi modellano la nostra storia personale e influenzano la nostra stessa identità. Ma cosa permette ad alcuni di loro di rimanere in vita per tutta la vita? La risposta potrebbe risiedere in un recente studio, che fa luce sul ruolo cruciale di una molecola chiamata KIBRA nel processo di memorizzazione a lungo termine nel nostro cervello. Questo lavoro scientifico segna un progresso significativo nella comprensione dei meccanismi della memoria e promette applicazioni terapeutiche potenzialmente rivoluzionarie per i disturbi neurologici e psichiatrici.

Spiegazione dell’archiviazione in memoria

Il cervello umano è una struttura complessa composta da miliardi di neuroni. Sono le interazioni tra questi neuroni, attraverso strutture chiamate sinapsi, che costituiscono la base dei nostri ricordi. Ogni esperienza nuova o carica di emozioni stimola queste connessioni, che si rafforzano e si riconfigurano, consentendo ricordi a lungo termine.

Il processo di memorizzazione può essere pensato come un muscolo che diventa più forte con l’esercizio. Quando si impara o si ripete un’attività, le connessioni neurali si solidificano, assicurando che la memoria possa essere recuperata anche decenni dopo.

KIBRA, una chiave per un ricordo duraturo

Al centro della memoria a lungo termine ci sono le proteine KIBRA, identificato come elemento essenziale nella formazione e nel mantenimento dei ricordi. La sua presenza e attività sembrano condizionare il rafforzamento delle sinapsi, fondamentale per una memoria stabile e duratura.

Lo studio ha rilevato che KIBRA interagisce in modo significativo con la molecola PKMzeta, un altro importante attore nella memorizzazione. Questa sinergia tra le due molecole crea una sorta di blocco dei ricordi, rendendoli meno vulnerabili all’oblio.

Un importante passo avanti per la salute neurologica

La scoperta del ruolo di KIBRA non è solo una scoperta scientifica per la comprensione della memoria; Apre anche le porte a nuove strade terapeutiche. I ricercatori suggeriscono che la modulazione dell’attività di questa molecola potrebbe aiutare a migliorare la memoria nei pazienti affetti da malattie neurodegenerative o disturbi psichiatrici, come il morbo di Alzheimer o il disturbo da stress post-traumatico.

Puntando in modo mirato KIBRA e PKMzeta, gli specialisti sperano di essere in grado non solo di frenare la perdita di memoria legata all’età o alla malattia, ma anche di aiutare a ripristinare le funzioni cognitive compromesse dopo un trauma psicologico.

 

Giovanni Ricci
Scritto da Giovanni Ricci

Giovanni Ricci, appassionato astrologo e critico culinario, rivela i segreti celesti e i sapori autentici nelle sue rubriche per "Trattoria da Pietro".